Andrew Garfield ed Emma Stone sono ancora molto legati nonostante dal 2015 non siano più una coppia. Dal 2011, anno in cui si sono conosciuti sul set del film ‘The Amazing Spider-man’, sono diventati inseparabili. Dopo la fine della loro relazione la scorsa estate sono stati avvistati insieme a Londra e i loro fan hanno subito sperato in un ritorno di fiamma, ma così non è stato.
Garfield però ha dichiarato in un’intervista: “Ci preoccupiamo l’uno per l’altra e questo è un dato di fatto. Si tratta di un sentimento incondizionato, tra di noi c’è ancora tanto rispetto e dell’amore, in qualche modo. Sono il suo più grande fan e per me è un onore assistere al suo successo e al fiorire della sua carriera di attrice. Il sostegno reciproco che ci lega è meraviglioso. Non è niente, ma è bellissimo”.
Un sentimentale potrebbe dire che queste parole sembrano una timida dichiarazione d’amore, ma se così non fosse, di certo, è bello vedere che tra i due c’è questo fantastico rapporto. Infatti ai Golden Globes 2017 erano presenti entrambi ed Emma Stone è stata premiata per il film ‘La La Land’ e Garfield le ha fatto una standing ovation dimostrandole la sua piena approvazione e il suo orgoglio per questo nuovo traguardo da lei ottenuto.
Poche ore prima del voto negli Stati Uniti per l’elezione del nuovo presidente (con inaspettata vittoria di Donald J. Trump ai danni della favorita Hillary Clinton), è tornata a parlare del famoso “sexgate” Monica Lewinsky. Come sappiamo, durante la presidenza di Bill Clinton, uno dei più grandi scandali nella Casa Bianca interessò l’allora 22enne Monica, la quale ebbe rapporti sessuali con l’allora presidente. Oggi 43enne, Monica in una conferenza dell’Australian Association of National Advertisers, è tornata a parlare di quello scandalo e di come abbia cambiato la sua vita, in peggio. La sua testimonianza in Australia è per sensibilizzare la gente al problema del cyberbullismo, come diretta interessata: Monica per anni di insulti e offese è quasi arrivata al suicidio. Si è detta profondamente pentita per l’errore commesso, pagando l’ingenuità di quegli anni. Il prezzo da pagare è stato carissimo. Come testimonial contro il cyberbullismo, Monica è riuscita con dichiarazioni forti a convogliare l’attenzione sul tema:” “Sono stata chiamata troia, donnaccia e simili. La crudeltà verso gli altri non è nuova, ma ho visto una svolta nel potere di umiliazione data l’ampiezza e la portata di Internet, senza restriziomni e perennemente accessibile”. Il riscatto di Monica Lewinsky con questo suo impegno sociale, può dare la forza alle vittime di cyberbullismo di reagire e non lasciarsi schiacciare dalla cattiveria e l’odio che internet e i nuovi media riescono a riversare contro le vittime.