Diletta Leotta è stata ospite a Sanremo. La Leotta ha 25 anni e conduce diversi programmi di calcio su Sky Sport, è scesa dalla scalinata con un bellissimo abito da sera rosso con ricami argentati composto da un top e da un’ampia gonna con un profondo spacco sul davanti con cui era difficile passare inosservati.
La Leotta racconta, prima, della sua passione del calcio tramandatagli dal padre e dal fratello, grandi tifosi, e poi alla domanda di Conti “Qual’è la tua canzone di Sanremo” ha risposto con Sara perchè ti amo dei Ricchi e poveri, anno 1981.
La conduttrice di Sky è giunta all’Ariston anche per parlare di una vicenda che l’ha vista protagonista qualche tempo fa quando delle sue foto private furono diffuse in rete con la completa violazione della sua privacy e ha detto: “Ho reagito e ho denunciato. Si tratta di un reato vero e proprio. Queste cose accadono hai ragazzi più giovani di me, siate coraggiosi e forti, non abbiate paura” continua “Bisogna denunciare e invito a farlo” .
Poco dopo arriva un commento amaro su Twitter di Caterina Balivo: “Non puoi parlare della violazione della privacy con quel vestito e con la mano che cerca di allargare lo spacco della gonna“, il commento è stato più volte condiviso da chi la pensava come la Balivo.
Mentre qualcuno, come il giornalista Gianni Riotta, ha preso le difese di Diletta Leotta scrivendo: “Per parlare #cyberbullismo #Sanremo @DilettaLeotta non deve mica indossare burqa. Ci si può vestire come si vuole senza dover subire bulli!”.
Per ora nessuna risposta dalla Leotta.
Picchiare coniuge e figli non sarà più reato. Il testo rimuove dal Codice penale russo il reato di “percosse in famiglia” declassandolo a un illecito amministrativo punibile con un’ammenda tra i 5mila e i 30mila rubli (80-470 euro), l’arresto da 10 a 15 giorni o 60-120 ore di servizio civile.Solo nel caso in cui l’aggressore perseguiti continuamente, il proprio familiare potrà essere processato in sede penale e punito con il carcere, e in ogni caso solo se la vittima sarà riuscita a dimostrare i fatti, perché la giustizia non potrà più agire d’ufficio. La tesi di fondo dei promotori del disegno di legge-Chiesa ortodossa e politici conservatori- è che ciò che succede tra le pareti domestiche non sia affare dello Stato. Decisamente contraria Irina Matvienko, presidente del Centro Anna, l’unica associazione di sostegno contro le violenze domestiche presente in Russia. “Le percosse in famiglia non sono un valore tradizionale, sono un crimine”, afferma. Nel 2016 la linea ha ricevuto oltre 5mila telefonate, benché sia operativa solo dalle 7 del mattino alle 9 di sera.
Poche ore prima del voto negli Stati Uniti per l’elezione del nuovo presidente (con inaspettata vittoria di Donald J. Trump ai danni della favorita Hillary Clinton), è tornata a parlare del famoso “sexgate” Monica Lewinsky. Come sappiamo, durante la presidenza di Bill Clinton, uno dei più grandi scandali nella Casa Bianca interessò l’allora 22enne Monica, la quale ebbe rapporti sessuali con l’allora presidente. Oggi 43enne, Monica in una conferenza dell’Australian Association of National Advertisers, è tornata a parlare di quello scandalo e di come abbia cambiato la sua vita, in peggio. La sua testimonianza in Australia è per sensibilizzare la gente al problema del cyberbullismo, come diretta interessata: Monica per anni di insulti e offese è quasi arrivata al suicidio. Si è detta profondamente pentita per l’errore commesso, pagando l’ingenuità di quegli anni. Il prezzo da pagare è stato carissimo. Come testimonial contro il cyberbullismo, Monica è riuscita con dichiarazioni forti a convogliare l’attenzione sul tema:” “Sono stata chiamata troia, donnaccia e simili. La crudeltà verso gli altri non è nuova, ma ho visto una svolta nel potere di umiliazione data l’ampiezza e la portata di Internet, senza restriziomni e perennemente accessibile”. Il riscatto di Monica Lewinsky con questo suo impegno sociale, può dare la forza alle vittime di cyberbullismo di reagire e non lasciarsi schiacciare dalla cattiveria e l’odio che internet e i nuovi media riescono a riversare contro le vittime.